Ho sempre pensato che alla base del Benessere del cane ci fosse anche la sua corretta alimentazione ma solo studiando la Nutrizione Veterinaria nello specifico ho potuto constatare quanto le due cose fossero strettamente legate.

Partiamo parlando del microbiota intestinale, consorzio di tutti i microrganismi viventi (batteri, funghi, protozoi e virus) che colonizzano il tratto gastrointestinale. Il microbiota si differenzia dal microbioma intestinale, che è invece il patrimonio genetico posseduto dal microbiota stesso.

Il microbioma gastrointestinale è ormai riconosciuto dalla Medicina Veterinaria come un organo metabolicamente attivo (Possemiers et al., 2011), e con capacità uniche, indissolubilmente legato alla salute degli animali domestici. Il cibo funge da substrato per il microbiota gastrointestinale di cani e gatti, e svolge un ruolo significativo nella definizione della composizione dello stesso e delle sue attività metaboliche. Il microbiota, a sua volta, facilita la digestione dei nutrienti dell’ospite e la produzione di postbiotici, cioè composti di origine batterica che possono influenzare la salute degli animali domestici.

Lo sviluppo del microbioma inizia prima della nascita (Stinson et al., 2019) e quest’ultimo influenza molti aspetti della salute dell’ospite, tra cui fisiologia, anatomia, comportamento, riproduzione e fitness (Bordenstein e Theis, 2015; Thomas et al., 2017).

Da ciò si deduce quanto i proprietari di animali domestici abbiano un ruolo fondamentale nel plasmare il microbiota di cani e gatti attraverso il cibo che scelgono di fornire loro sin dai primi mesi di vita!

Nella letteratura scientifica vi sono diverse evidenze che dimostrano come i componenti della dieta, producendo dei cambiamenti nel microbioma, possono avere un impatto non solo sulle malattie gastrointestinali, ma anche su allergie, salute orale, controllo del peso, diabete e malattie renali. (S. M. Wernimont et al., 2020)

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Che collegamento c’è tra microbioma e comportamento?

È stato ipotizzato come il microbiota intestinale possa influenzare in modo cruciale il comportamento e lo sviluppo neurologico. È stato osservato come i cani possano sviluppare naturalmente un declino cognitivo simile alla demenza, analogamente ai processi di senescenza neurologica osservati nell’essere umano. Si presuppone che nei cani da compagnia, tali cambiamenti nelle prestazioni cognitive, correlati anche all’età, siano correlati a cambiamenti nel microbiota intestinale. (E. Kubinyi et al., 2020)

Un altro studio del 2020, condotto dal gruppo di Bologna del prof. Mondo, si prefissava di dimostrare le connessioni tra la composizione del microbioma intestinale e il comportamento dell’ospite, concentrandosi su cani con atteggiamenti aggressivi e fobici. La composizione della flora microbica intestinale dei cani con alterazioni comportamentali è stata confrontata con soggetti considerati normali. I risultati ottenuti non hanno evidenziato differenze significative dei livelli ormonali ma è stato riscontrato che il disturbo comportamentale aggressivo è caratterizzato da una peculiare struttura del microbioma intestinale, con elevata biodiversità e arricchimento in generi batterici generalmente sottodominanti (cioè Catenibacterium e Megamonas). D’altra parte, i cani fobici si erano dimostrati arricchiti in Lactobacillus, un genere batterico con note proprietà probiotiche e psicobiotiche.

Sebbene si tratti di uno studio pilota, i risultati del lavoro supportano la possibilità che i diversi fenotipi comportamentali nei cani possano essere associati a peculiari composizioni del microbiota intestinale,  rafforzando l’ipotesi delle possibili connessioni tra il microbiota intestinale e il sistema nervoso centrale ed aprendo la strada a possibili nuove soluzioni per mitigare i disturbi comportamentali come la somministrazioni di probiotici o altri interventi volti alla modifica della composizione del microbiota. (E.Mondo et al., 2020)

Personalmente, la mia esperienza da Educatore Cinofilo e Nutrizionista mi ha permesso di notare cambiamenti comportamentali evidenti in cani con forti squilibri a livello della flora microbica intestinale (anche detti disbiosi) come in caso di giardiasi o in cani affetti da malassorbimento. Durante le fasi acute di entrambe le patologie i soggetti si dimostrano nervosi e hanno maggiore tendenza all’ingestione di materiale fecale o oggetti non commestibili (pica).

Come possiamo garantire una buona flora microbica intestinale?

Si ottiene un miglior adattamento del microbioma con la somministrazione di una dieta più varia e onnivora rispetto ad una dieta totalmente carnivora. (Handl et al., 2011)

Un altro approccio comunemente usato per migliorare il microbioma intestinale è l’uso di probiotici, microrganismi vivi che, se consumati in quantità adeguate come parte di un alimento, possono conferire benefici alla salute dell’ospite. (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura/Organizzazione mondiale della sanità, 2002)

Un ulteriore aiuto può essere dato dai prebiotici, definiti come “ingredienti fermentati selettivamente che consentono cambiamenti specifici, sia nella composizione che nell’attività della microflora gastrointestinale e che conferiscono benefici al benessere e alla salute dell’ospite”. (Gibson et al., 2004, 2010)

Oltre a ciò, i fattori dietetici che ad oggi sembrano avere maggior influenza sull’ecologia del microbiota intestinale sono: la forma fisica della dieta (mangime industriale estruso o umido, alimentazione fresca, BARF ecc.), la sua digeribilità complessiva, includendo la proporzione tra i nutrienti, la qualità della componente proteica (digeribilità e profilo aminoacidico) e le caratteristiche dei carboidrati complessi, soprattutto quelli indigeribili (fibra dietetica).

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Con l’utilizzo di diete fresche, cioè non industriali, o con l’inclusione di ingredienti freschi (in particolare di origine animale, principale fonte proteica nella dieta dei carnivori) si sono osservati sia l’aumento della biodiversità del microbioma intestinale che variazioni nella produzione totale e nel profilo dei metaboliti postbiotici rispetto all’utilizzo di soli prodotti industriali completi, umidi o estrusi. (Kim et al., 2017; Sandri et al., 2017; Scarsella et al., 2020)

Da ciò si deduce che una sana alimentazione casalinga correttamente bilanciata può avere un ruolo fondamentale sul benessere del microbiota e del cane in generale.

Per concludere possiamo dire che un cane “sta bene” quando c’è un equilibrio di molteplici aspetti, a partire dalla genetica e dal suo stato di salute, passando poi dal suo microbiota fino ad arrivare ai veri e propri aspetti emozionali come il suo bagaglio esperienziale, la comunicazione e le dinamiche relazionali.

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