Modalità di apprendimento nel cane

Uno degli errori più grossi commessi dai proprietari è sicuramente attribuire al proprio cane caratteristiche e capacità mentali tipicamente umane.
Quando vogliamo che impari dei comportamenti nuovi e per interagire con lui nel modo corretto, dobbiamo considerare prima di tutto le sue modalità di apprendimento.

Dopo il primo mese di vita possiamo paragonare la mente del cane a quella di un bambino di circa 2/3 anni, ma attenzione: questa condizione resta invariata e senza ulteriore margine di crescita!

Tra il bambino piccolo e il cane resta però comunque una differenza sostanziale: il bambino, come qualunque essere umano, è in grado di spostare la propria mente e riflettere su un momento passato, così come può prevedere un evento futuro.
Il cane, al contrario, è in grado di vivere e comprendere solo ed esclusivamente il “qui e ora”.

 

Facciamo un esempio:
A un bambino di 3 anni possiamo tranquillamente chiedere se ha già mangiato i biscotti a colazione oppure no, lui sarà sicuramente in grado di darci una risposta.

Un cane invece, è capace di “chiedere” un secondo biscotto subito dopo averlo mangiato, non perché sia ingordo o voglia fregarci, ma perché non è in grado di ricordare se l’ha già avuto oppure no.

Tipo di memoria del cane

Una cosa che invece un cane potrebbe ricordarsi senza troppi problemi è il profumo dei suoi biscotti preferiti, la strada per arrivare a un luogo che apprezza particolarmente oppure il rumore del motore della macchina del proprietario. Vi domanderete, come mai?

Molto semplice, il cane ha memoria degli eventi passati, solo ed esclusivamente se associati ad una condizione positiva o negativa.

Pensiamo a tutti quei cani che hanno una certa diffidenza verso una determinata razza, oppure colore del pelo, perché magari hanno avuto uno scontro importante con un cane simile.
Oppure, in casi estremi, pensiamo a fobie profondamente radicate nei confronti di scope o bastoni nei cani che hanno subito maltrattamenti con oggetti simili.

Questo genere di ricordi è ben presente nella mente dei cani, proprio perché associati ad avvenimenti che li hanno segnati, sia positivamente sia negativamente.

Un altro errore molto comune è quello commesso dai proprietari che sgridano il cane per aver rotto un oggetto, oppure che gli infilano letteralmente il muso nel pozzetto di pipì fatta in casa: lui non si ricorderà mai di aver fatto questo genere di cose, quindi è assolutamente inutile!

E se vi state chiedendo “Ma io quando lo sgrido in questo modo lui ci resta male, si capisce dal suo atteggiamento! Come mai?”
Molto semplice, la reale motivazione del suo pentimento non è altro che il vostro stato d’animo!
Un atteggiamento minaccioso è sufficiente per trasmettere al cane ansia e manifestarla sotto forma di panico, paura e angoscia: è per questo motivo che in tali situazioni vediamo davanti a noi un cane con la coda tra le gambe e le orecchie basse.
La verità è che non ha assolutamente capito il motivo della sfuriata e a lungo andare potremmo incorrere in reazioni ben più eccessive e quasi pericolose.

La memoria nel cane | PlayDog Addestramento cani Milano
La memoria nel cane | PlayDog Addestramento cani Milano

;Come agire per sfruttare al meglio questi concetti

Dopo questa riflessione sui margini di memoria del cane risulta abbastanza chiaro che, qualora volessimo incentivare o disincentivare una determinata azione, dobbiamo farlo in tempi molto ristretti.

Mi spiego meglio: se vogliamo insegnare qualcosa al nostro cane dovremo premiarlo immediatamente dopo il corretto svolgimento dell’azione; al contrario, se vogliamo estinguere un comportamento errato, dovremo disincentivarlo subito dopo la manifestazione dell’azione scorretta (in questo caso potremo ignorare il comportamento indesiderato, fornire un premio non appena l’azione cessa, oppure ricorrere ad una punizione).

Vista la breve memoria del cane è stato dimostrato che la massima efficacia nel premiare o punire il cane si ottiene se l’incentivo (più correttamente definito rinforzo) arriva in un lasso di tempo compreso tra 0,3-0,4 e 3 secondi. Un tempo brevissimo!

Come agire per sfruttare al meglio questi concetti

Dopo questa riflessione sui margini di memoria del cane risulta abbastanza chiaro che, qualora volessimo incentivare o disincentivare una determinata azione, dobbiamo farlo in tempi molto ristretti.

Mi spiego meglio: se vogliamo insegnare qualcosa al nostro cane dovremo premiarlo immediatamente dopo il corretto svolgimento dell’azione; al contrario, se vogliamo estinguere un comportamento errato, dovremo disincentivarlo subito dopo la manifestazione dell’azione scorretta (in questo caso potremo ignorare il comportamento indesiderato, fornire un premio non appena l’azione cessa, oppure ricorrere ad una punizione).

Vista la breve memoria del cane è stato dimostrato che la massima efficacia nel premiare o punire il cane si ottiene se l’incentivo (più correttamente definito rinforzo) arriva in un lasso di tempo compreso tra 0,3-0,4 e 3 secondi. Un tempo brevissimo!

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Per concludere ricordo che prima di tentare di risolvere in autonomia problematiche legate al comportamento è sempre meglio chiedere il consulto di un esperto che possa indirizzarci nella giusta direzione.
A tal proposito ricordiamo che un premio fornito nel momento sbagliato o una punizione scorretta possono non solo creare danni maggiori, ma anche portare ad apprendere comportamenti di difficile correzione o estinzione.

Quindi, per il bene del nostro cane, facciamo attenzione a non improvvisare mai!

Per maggiori info: 375 53 77 555

orari: 9.30-13.00 / 14.30-18.00

segreteria@playdog.info

Contattaci, siamo sempre a tua disposizione.

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